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Come rimanere attraente come datore di lavoro
Hilti si è posizionata come uno dei migliori datori di lavoro in Europa – qui potete leggere come
Marzo 2020 I 4 minuti I Azienda e persone
In tempi in cui vi è una carenza di personale specializzato, trovare e trattenere validi collaboratori è difficile non solo per il settore edile. E tuttavia le aziende possono fare molto per fidelizzare i loro collaboratori, suscitando interesse come datore di lavoro appetibile – non da ultimo attraverso la creazione di una cultura aziendale.
Negli ultimi anni, sempre più spesso, Hilti si è posizionata con successo a livello mondiale come datore di lavoro di alto livello. Anche quest'anno si è distinta come uno dei migliori datori di lavoro della Svizzera nell'ambito del concorso «Il miglior datore di lavoro della Svizzera» dell'istituto Great Place to Work. Questo tipo di riconoscimento, insieme ai consigli personali della cerchia di conoscenti, sono oggi importanti supporti decisionali per i candidati di talento, che al giorno d'oggi hanno la possibilità di scegliere al meglio il datore di lavoro nel settore edile.
Popolazione attiva – Quota di lavoratori:
Riferimenti: Marcus K. Reif, Mondo del lavoro 2025
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Generazione 1946-1960
Carriera in azienda, partecipazione attiva allo sviluppo dell'azienda. Si vive per lavorare.
Generazione 1961-1980
La carriera si basa sulla professione, non sul datore di lavoro.
Generazione 1981-1995
Lavoro «con» e non «per» l'azienda.
Dopo il 1995
In ruoli di base, a termine, in formazione.
Cosa rende davvero interessante un datore di lavoro?
La risposta a questa domanda oggigiorno cambia rapidamente. Uno dei motivi è il mutamento della struttura demografica in molti paesi europei.
Un valido esempio è costituito dalla volontà di legarsi per tutta la vita a un datore di lavoro. Questa idea sta progressivamente scomparendo dal mondo del lavoro. Solo più i Baby Boomer nati tra il 1945 e il 1960 si identificano con il loro datore di lavoro, avendo contribuito per tutta la vita allo sviluppo della «loro» azienda. Molto diverso è l'atteggiamento della generazione successiva. I nati tra il 1960 e il 1980, infatti, piuttosto che nell'azienda in cui lavorano si identificano nella professione. E chi oggi è tra i 25 e i 35 anni si vede ancora più indipendente. Lavora «con» e non «per» un'azienda, e più spesso dei suoi predecessori anche in mansioni differenti. Parallelamente è anche cambiato l'atteggiamento nei confronti di un giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero. Dal «vivere per lavorare» si è passati al «lavorare per vivere».
Non è tanto importante quello che si dice, ma il modo in cui lo si dice: perché una buona cultura aziendale contribuisce in modo determinante al successo
I team composti da membri con differenti fasce di età si distinguono spesso in modo marcato anche nella loro visione del mondo e nel loro atteggiamento nei confronti del lavoro. Essi rappresentano una sfida complessa per il datore di lavoro, che deve creare un contesto nel quale vengano prese in considerazione le esigenze individuali, ma dove tuttavia i collaboratori siano consapevoli di perseguire un obiettivo comune come team. Perché solo così è possibile lavorare con successo e in modo soddisfacente.
Una buona cultura aziendale è un ottimo punto di partenza, perché oltre a trasmettere all'estero gli obiettivi e i valori di un'organizzazione, caratterizza l'azienda anche internamente. Ad es. i rapporti tra i collaboratori, le priorità dei compiti, la cura delle relazioni con i clienti e i fornitori. Ciò vale sia per un gruppo che agisce a livello globale, sia per un'impresa artigianale con un numero variabile tra 5 e 10 collaboratori. L'importante è che tutto il personale sia consapevole di ciò che rappresenta l'azienda, di quali siano i suoi obiettivi e di come desidera che vengano raggiunti dai collaboratori. Non a caso «integrità“, «professionalità“ e «soddisfazione della clientela“ sono i tre pilastri di base di una struttura aziendale citati più spesso. Queste definizioni infatti dicono molto su come un'azienda intende agire, sia verso l'esterno, sia al suo interno.
Un'idea di cosa sia una buona cultura aziendale è stata riassunta dal fondatore dell'azienda Martin Hilti:
«Considero un mio compito creare un clima lavorativo nel quale ogni singolo sviluppi la volontà di conseguire il successo e l'ambizione personale, e svolga sempre con piacere le proprie mansioni. Ritengo che sia il compito più importante del management e la responsabilità etica di qualsiasi azienda.»
Hilti viene considerata dai suoi collaboratori un datore di lavoro molto all'avanguardia che pone in primo piano soprattutto i temi riguardanti il perfezionamento, il ciclo professionale e la flessibilità per tutti i gruppi di collaboratori. Lo confermano continuamente i sondaggi. Ma cosa fa concretamente l'azienda per entusiasmare così tanto i suoi collaboratori?
Cosa offre Hilti ai suoi collaboratori
Per Hilti la versatilità e l'inclusione sono fondamentali. L'azienda è fiera della propria cultura e del suo team. Ovunque nel mondo le valutazioni dei collaboratori di Hilti sono le migliori. Una cultura aziendale nella quale tutti i membri del team ricevono apprezzamento e possono esprimersi.
Per riuscire a entusiasmare i suoi clienti Hilti fa anche affidamento su collaboratori motivati che si possano esprimere nelle condizioni per loro ottimali in modo da mettere sempre al centro i clienti. A tale proposito le soluzioni di lavoro flessibili sono una parte importante della motivazione dei collaboratori.
I collaboratori soddisfatti, esperti e motivati rimangono volentieri
Senza ombra di dubbio gli investimenti nel reclutamento dei collaboratori e nella loro fidelizzazione sono necessari per garantire alle aziende un vantaggio concorrenziale nella battaglia per assicurarsi i talenti migliori. Corsi di perfezionamento, formazione e la possibilità di raggiungere un reale equilibrio tra vita e lavoro, facilitano il legame tra il collaboratore e la propria azienda. Anche per tutta la vita, se viene data una risposta alle esigenze che emergono da situazioni in continuo mutamento. Infatti, come spesso accade, anche in questo caso vale il detto: «One size does not fit all», cioè «non esiste un'unica soluzione per tutto».
Hilti si distingue per la sua capacità di andare incontro alle sfide individuali e trovare la soluzione più adatta. Che si tratti delle attività dei nostri clienti nel cantiere o delle condizioni ottimali per rendere gli «Hiltiani» una parte così forte dell'azienda. L'importante è e rimane il senso di comunità che caratterizza i collaboratori Hilti: la fiducia gli uni negli altri e nel datore di lavoro. La volontà di rispettare le differenze e di guardare assieme al futuro fa sì che Hilti ogni anno possa congedare con fierezza collaboratori che hanno dato il loro contributo personale di grande valore al successo aziendale per quasi 40 anni di servizio.
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